CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Alessandro Capaccio

Emma De Nunzio

Alessandro Migliorini

Martina Missaglia

Francesco Noviello


Prima E Istituto Comprensivo  "VIA RAIBERTI"

Scuola Secondaria di Primo Grado Plesso " ARDIGO' "

MONZA


INSEGNANTE:

Prof. BLOISI

CATEGORIA F

(incipit concorso)

Erano trascorsi pochi mesi dal matrimonio tra Daniel e Camilla e dalla loro incoronazione. Tutto era ritornato alla normalità nel regno. Ma un giorno, alle prime luci dell’alba, a corte arrivò Giovanni uno dei giovani cavalieri del collegio che volle parlare con il re. Era stanco e molto provato, riuscì solo a dire “Daniel… Diego De Villamar è in pericolo, al collegio abbiamo bisogno di te”. Daniel incrociò lo sguardo spaventato di Camilla che senza indugio gli disse: “Vai!”.


IL MISTERO DEL COLLEGIO


Erano trascorsi pochi mesi dal matrimonio tra Daniel e Camilla e dalla loro incoronazione. Tutto era ritornato alla normalità nel regno. Ma un giorno, alle prime luci dell’alba, a corte arrivò Giovanni, uno dei giovani del regno che volle parlare con il re. Era stanco e molto provato, riuscì solo a dire: “Daniel… Diego De Villamar è in pericolo, al collegio abbiamo bisogno di te”. Daniel incrociò lo sguardo spaventato di Camilla che senza indugio gli disse: “Vai!”

Dopo ore e ore di viaggio, Daniel, stanco e affamato, arrivò al Collegio San Giorgio insieme a Giovanni e trovò un gran disordine: il collegio cadeva a pezzi, gli studenti non ricevevano una buona istruzione a causa di lezioni inadeguate e l’organizzazione non era più quella di prima. Daniel si recò all’appuntamento con Diego De Villamar fuori dal collegio, per avere spiegazioni a riguardo. Il re vide l'uomo molto turbato, il quale, mentre attraversava la strada, venne travolto da un carro, che sfrecciava a tutta velocità, guidato da due draghi. Il carro fuggì e Diego rimase a terra privo di sensi. Daniel si precipitò immediatamente in suo soccorso e capì  che il rettore era morto. Allora, disperato, urlò a più non posso:” Aiuto! Aiuto! Chiamate i soccorsi!”

Il funerale si celebrò al collegio. Daniel era molto addolorato per la perdita di una persona a lui cara, quasi come un secondo padre.

Il giorno dopo, Daniel, ancora molto scosso per l’accaduto, era pensieroso: tutti credevano che fosse stato un incidente, mentre egli era sempre più convinto che si trattasse di un omicidio. Ma commesso da chi? E per quale motivo? Queste erano le domande che lo tormentavano.

A cena, scambiò due parole con il figlio di Diego, Giorgio, e con la moglie, Francesca, senza ottenere alcuna informazione utile.

La stessa sera, Daniel iniziò ad investigare di nascosto, entrando in tutte le stanze del collegio, frugando ovunque alla ricerca di indizi, senza trovare nulla. Quando entrò nella stanza della moglie di Diego, sentì una strana sensazione, come se si trovasse in un luogo in cui aleggiava la malvagità. Rovistando tra le carte sparse sul pavimento, scoprì il piano per uccidere Diego. Era solo l’inizio. Continuò a guardare nella stanza e, sotto il letto, trovò una foto di Francesca da piccola, con accanto la sua pagella, sulla quale spiccava il nome di Elena. Quindi, chi era realmente Francesca? Quale era il suo vero nome?

Daniel decise di tenere tutto nascosto così da poter ancora investigare indisturbato. Ad un certo punto, sentì un rumore di tacchi provenire dal corridoio. Non sapendo come giustificare la sua presenza nella stanza di Francesca, il re decise di nascondersi nell’armadio dove trovò vestiti inquietanti e per nulla normali. C’erano abiti lunghi di pizzo, scarpe con tacchi a spillo e giubbetti di pelle di Dorsorugoso Norvegese e Petardo Cinese, simili a quelli indossati da Marcus.

Francesca entrò nella stanza e non si accorse di nulla; poi, però, si rese conto che qualcuno aveva messo in disordine i suoi fogli. Aprì di colpo l’armadio e trovò Daniel a rovistare nei suoi abiti da sera.  Francesca ordinò immediatamente alle sue guardie di arrestare il ficcanaso. Ma nessuno arrivò: nella stanza erano presenti delle statue di pietra che, dopo la richiesta di Francesca, si trasformarono in guardie, arrestarono Daniel e lo segregarono nella parte più profonda della prigione.

Le proteste del ragazzo non vennero prese in considerazione da nessuno, tranne che dalla figlia adottiva di Francesca, Dora, che cercò di aiutare il re facendogli incontrare altri due detenuti che erano stati da poco arrestati.

Il re iniziò a parlare con loro… e scoprì che Marco, il segretario di Francesca, in realtà, era Marcus.

Allora i tre prigionieri iniziano a progettare un piano per fuggire, passando dalla cappa della cucina

Finita la cena, i tre carcerati andarono a dormire.

La mattina seguente, dopo aver fatto colazione e mentre gli addetti alla cucina erano impegnati a fare la spesa, cercarono di salire sulla cappa, arrampicandosi dal piano cottura.

I tubi di scarico erano come un labirinto e, ogni volta che prendevano una strada, sembravano ancora al punto di inizio.

Quando riuscirono finalmente a scorgere uno spiraglio di luce, capirono che erano di nuovo liberi.

Daniel e i due prigionieri si nascosero in una grotta, ma erano senza cibo e, presto, la fame si fece sentire. Furono costretti ad uscire, rischiando di essere scoperti dalle guardie che Francesca aveva sguinzagliato in tutta la città.

Andarono al mercato del “Il sentiero del Lariosauro” e lì trovarono una veggente, Nora, alla quale chiesero di predire loro il futuro.  

La donna rivelò loro che Marcus sarebbe venuto a prenderli a mezzanotte in punto, per ucciderli. L’unico modo che avevano per sfuggire alle sue grinfie era scoprire chi avesse ucciso Diego De Villamar.

Perciò i tre decisero di tornare al castello, certi che lì avrebbero trovato il colpevole. Appena arrivati scoprirono che Francesca era morta.

Accanto al suo corpo Daniel trovò una lettera a lui indirizzata che lesse tutta d’un fiato.

“Daniel,

so che tu dubitavi di me…ma so anche che eri uno degli amici più fidati di Diego. Sono stata io a ucciderlo e, per paura che tu, indagando, scoprissi la verità, mi sono suicidata. Devo rivelarti un’ultima cosa: non sono Francesca, ma Elena, la sorella di Marcus e ho sposato Diego solo perché io e mio fratello volevamo diventare rettori del collegio e mandarlo in rovina.”

Daniel, soddisfatto per aver risolto il mistero, decise di tornare al castello.

Quando arrivò nella camera nuziale trovò Camilla addormentata. Cercò di svegliarla, la scosse, ma il sonno era troppo profondo: Camilla era morta. Pensò subito a Marcus e a uno dei suoi intrugli, che, sicuramente, aveva offerto a sua moglie con l’inganno.

Daniel urlò per il dolore. Sebastiano e Serafin II si precipitarono nella camera nuziale e trovarono Daniel in lacrime, disperato.

Il re li allontanò: voleva stare solo con sua moglie per l’ultima volta. Daniel iniziò a scusarsi per non essere riuscito a proteggerla, per averla lasciata sola e si avvicinò al suo volto per darle un bacio d’addio.

 

Stava per uscire dalla stanza, quando sentì una voce che, piano piano, lo chiamava. Tornò sui suoi passi e vide che Camilla era viva. Daniel era al settimo cielo e abbracciò la moglie come mai aveva fatto prima.

La donna gli raccontò che, prima di addormentarsi, aveva chiamato le guardie per far arrestare Marcus, che ora si trovava nel carcere del castello.

Ormai il regno e il collegio erano salvi, entrambi nelle mani di Daniel.

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